Regime forfettario: guida pratica per aprire la partita IVA e risparmiare sulle tasse
Stai pensando di aprire la tua partita IVA nel 2025 ma ti spaventa la burocrazia e non sai quale regime fiscale scegliere? Il regime forfettario spesso è la soluzione più semplice e conveniente per chi inizia una nuova attività.
In questa guida ti spieghiamo in modo pratico e aggiornato come funziona il regime forfettario, chi può accedere, quali vantaggi offre e quali regole seguire per non perdere i requisiti.
Cosa significa regime forfettario, chi può applicarlo e che vantaggi comporta?
Quindi, in parole povere, ti aiuta a pagare meno tasse e rende la gestione della tua nuova attività molto più semplice!
Per poter accedere al regime forfettario nel 2025, bisogna:
- risiedere fiscalmente in Italia;
- non aver superato, nell’anno precedente all’iscrizione, il limite di 85.000 euro di ricavi o compensi annui complessivi lordi, comprensivi di tasse, contributi, assicurazioni obbligatorie e altri adempimenti dello stesso genere. In caso di attività con più codici ATECO, il limite è cumulativo, per cui la somma dei ricavi derivati dalle diverse attività realizzate non deve superare la somma definita dalla legge;
- non aver sostenuto spese superiori a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, collaboratori o dipendenti.
- non applicherai né IVA né ritenuta d’acconto;
- applicherai un’imposta fissa del 15% (o 5% per i primi 5 anni se ricorrono determinate condizioni) e non le aliquote utilizzate per l’IRPEF che generalmente vanno dal 23% al 43%;
- sarai esonerato dagli ISA (ex studi di settore), che impongono l’adeguamento a livelli di ricavi predefiniti, secondo il tipo di attività attuata;
- avrai una gestione contabile estremamente semplificata.
Aggiornamenti 2025: quali sono le cause di esclusione e perdita dei requisiti?
Abbiamo parlato dei vantaggi e di chi può giovarne, ma quali sono le cause di esclusione dal regime forfettario? Infatti, non possono accedere i soggetti:
- non residenti, ad eccezione dei cittadini UE o residenti in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo con adeguato scambio di informazioni, che producano almeno il 75% del proprio reddito complessivo nel territorio italiano;
- che hanno ricavi annui maggiori di 85.000 euro, ma:
- se i tuoi ricavi non superano i 100.000 euro , per l’anno corrente rimarrà nel regime forfettario godendo delle agevolazioni d’imposta. L’anno successivo ne sarà escluso e dovrà adottare il regime ordinario con la sua tassazione per scaglioni e con l’applicazione dell’IVA,
- se i ricavi superano i 100.000 euro invece, passerà immediatamente al regime ordinario e inizierà ad applicare l’IVA sulle successive fatture;
- che hanno percepito redditi da lavoro dipendente superiori a 35.000 euro , salvi caso particolari come licenziamento o per le dimissioni del dipendente;
- detentori di quote di società di persone o di capitali che operano nello stesso settore , comprese associazioni professionali e imprese familiari;
- che operano in regimi speciali IVA o di regimi forfettari per la determinazione del reddito come attività agricole e di pesca, sali e tabacchi, editoria, telefonia pubblica, viaggio e turismo, arte e antiquariato;
- che, in via esclusiva o prevalente, effettuano cessioni di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi.
Sappi che nessuna delle cause di esclusione è definitiva e, in caso di ripristino dei requisiti richiesti, puoi rientrare nel regime agevolato dopo due anni dalla fuoriuscita.
Aliquote nel regime forfettario: chi paga il 5% e chi il 15%
Essendo un regime fiscale agevolato, l’aliquota ordinaria cala dal 35% circa al 15%. Inoltre, nei primi 5 anni di attività è possibile beneficiare di una tassazione ancora più conveniente al 5% se:
- l’attività non è prosecuzione di un precedente lavoro dipendente, ad eccezione dei rapporti di pratica professionale obbligatoria, come per commercialisti ed avvocati, intercorsi precedentemente all'iscrizione all'Albo;
- il soggetto richiedente non è stato titolare di partita IVA diversa nei tre anni precedenti alla richiesta;
- si prosegue l'attività di qualcun altro e il predecessore non ha superato 85000 euro di ricavi annui.
In sintesi, la tua attività deve essere completamente nuova, non deve derivare da accordi con il tuo datore di lavoro e non puoi assorbire società con un buon volume di affari e pensare di poter applicare il regime agevolato come il regime forfettario.Piccolo accorgimento: per sfruttare pienamente i 5 anni di agevolazione, cerca di aprire la partita IVA ad inizio anno solare perchè questo coincide sempre con l'anno fiscale. L’apertura a metà anno conta comunque come primo anno agevolato e perderesti mesi preziosi per le tue tasche!
Come si calcolano i contributi il regime forfettario?
A differenza di un lavoratore dipendente, da titolare di partita IVA devi versare autonomamente i tuoi contributi previdenziali che sono quote da versare all'istituto previdenziale di riferimento, che sia l'INPS o una cassa professionale per riceve, in cambio, prestazioni come il sussidio di maternità e la pensione. A seconda dell’attività svolta si versano:
- i contributi della Gestione Separata INPS, se sei un libero professionista senza cassa professionale specifica;
- i contributi alla cassa previdenziale di categoria (ENPAM, Cassa Forense, ecc.)
- i contributi alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS, calcolati in parte in quota fissa annuale e in parte sul reddito dichiarato.
| GESTIONE INPS | CONTRIBUTI FISSI | QUOTA MINIMALE | CONTRIBUTI VARIABILI |
|---|---|---|---|
| Artigiani | 4.460,64€ | 18.555,00€ | 24% |
| Commercianti | 4.549,70€ | 18.555,00€ | 24,28% |
Come si apre la partita IVA in regime forfettario e quanto costa?
Se sei un libero professionista, per aprire la tua partita IVA dovrai compilare il modello AA9/12 dell'Agenzia delle Entrate dove indicherai i dati salienti della tua attività, tra cui il luogo in cui la svolgerai e la ragione sociale quindi il nome che vuoi darle.
Contemporaneamente dovrai iscriverti alla tua Cassa previdenziale o alla Gestione separata se non dovessi averne una, direttamente sul sito dell'ente e in questo contesto dichiarerai di voler applicare il regime forfettario.
La comunicazione di inizio attività non è facoltativa: l’omissione comporta una sanzione amministrativa che va da 250 a 2.000 euro, anche se non impedisce l’accesso al regime forfettario se i requisiti sostanziali sono comunque rispettati.
Invece, per le ditte individuali artigiane o commerciali, la procedura richiede invece qualche adempimento in più. Il titolare deve:
- essere in possesso di PEC e firma digitale;
- presentare la pratica tramite Comunicazione Unica alla Camera di Commercio, che provvede automaticamente ad effettuare:
- iscrizione al Registro delle Imprese;
- iscrizione all’INPS Artigiani e Commercianti;
- iscrizione all’INAIL (obbligatoria solo per gli artigiani);
- apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate
Questi passaggi ti permettono di avviare correttamente la tua attività e accedere senza intoppi al regime forfettario.
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