Fattura elettronica per associazioni e ASD: come funziona

Nel 2025, le associazioni e le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) si trovano ad affrontare un cambiamento importante e, per molti versi, inevitabile: l’obbligo della fatturazione elettronica. Se sei il responsabile di una ASD o di un’associazione sportiva, probabilmente hai già sentito parlare di questa novità, ma magari non hai ancora capito esattamente cosa cambia e soprattutto come muoverti concretamente.
In questo articolo ti spieghiamo tutto in modo semplice e chiaro, con esempi pratici, così da rendere la teoria più vicina alla tua realtà quotidiana.

L’obbligo di fatturazione elettronica per gli enti non profit: un’evoluzione normativa

Fino al 2023, le associazioni senza scopo di lucro – comprese quelle che adottavano il regime agevolato 398/1991 – potevano beneficiare di diverse deroghe rispetto all’obbligo di fatturazione elettronica. In particolare:

  • erano esonerate se i ricavi dell’anno precedente erano inferiori a 25.000 euro (come previsto dall’art. 1, comma 3, del D.Lgs. 127/2015, in combinato con il Provvedimento AdE del 30 aprile 2018);
  • se non svolgevano attività commerciale abituale, potevano operare solo con codice fiscale (senza apertura di partita IVA), emettendo ricevute cartacee per incassi occasionali.
Tuttavia, questo regime di favore è stato progressivamente eliminato per allineare la disciplina italiana agli obblighi europei in materia di IVA, digitalizzazione e trasparenza fiscale. Dal 1° gennaio 2024, l’obbligo di fatturazione elettronica è stato esteso a tutti, senza più soglie, inclusi i soggetti forfettari e gli enti non commerciali, anche se operano in maniera marginale o saltuaria.
Questo significa che qualsiasi ente con partita IVA che emetta anche una sola fattura è tenuto a utilizzare il formato elettronico XML, inviandolo attraverso il Sistema di Interscambio (SdI). Inoltre, per tutti i soggetti IVA (inclusi gli enti del Terzo Settore e le ASD), non è più sufficiente emettere ricevute cartacee o quietanze,anche per attività occasionali a pagamento.

Quindi se la tua piccola ASD ha una partita IVA e svolge anche una sola attività a pagamento all’anno, deve emettere fattura elettronica in modo tale da uniformare la gestione fiscale, aumentare la trasparenza e combattere l’evasione.

Un’ulteriore precisazione importante riguarda la conservazione digitale: le associazioni non hanno l’obbligo di conservare digitalmente le fatture passive, cioè quelle ricevute, ma devono conservare per 10 anni tutte le fatture attive elettroniche, come previsto dalla normativa.

ASD, partita IVA e “correttivo dello sport”: cosa cambia dal 1° gennaio 2025

Con ilD.Lgs. 36/2021, è stata riformata l’intera disciplina del lavoro sportivo e del sistema sportivo dilettantistico. Tuttavia, questa riforma è stata modificata e integrata dal cosiddetto “correttivo dello sport”. In particolare, l’art. 6 del decreto correttivo introduce un criterio oggettivo per l’apertura della partita IVA da parte delle ASD. Dal 1° gennaio 2025, qualsiasi attività economicamente rilevante svolta da un’associazione sportiva impone l’apertura della partita IVA, anche se occasionale, e quindi l’obbligo di fatturazione elettronica. Sono considerati economicamente rilevanti, ad esempio:

  • i corsi sportivi a pagamento;
  • le lezioni private, workshop o eventi con biglietto;
  • la vendita di merchandising o altri beni durante fiere, tornei o giornate promozionali;
  • i camp estivi o le settimane sportive con quota di iscrizione.
Non è più sufficiente affermare che si tratta di “attività accessoria” o “marginale”. Il nuovo criterio non guarda la frequenza o la natura sociale dell’attività, ma il fatto che generi un corrispettivo, anche modesto.

In parole semplici anche se organizzi un solo corso estivo con una quota di partecipazione da 20 euro, dal 2025 devi avere la partita IVA e usare la fattura elettronica.

Inoltre:

Cosa significa essere “in campo IVA” ma “esenti”?

Con la nuova normativa, molte attività che prima erano considerate "fuori campo IVA" ora rientrano nel cosiddetto campo di applicazione dell’IVA. Questo significa che, anche se l’attività non è soggetta all’imposta (perché esente), deve comunque essere tracciata fiscalmente e gestita con partita IVA. Per esempio:

  • Cessioni di beni e prestazioni di servizi rivolte ai soci;
  • Attività di raccolta fondi occasionali;
  • Attività di volontariato
sono considerate esenti da IVA, ma non sono più fuori campo IVA. Questo comporta l’obbligo di avere una partita IVA e di emettere fatture elettroniche, pur continuando a non addebitare l’IVA in fattura.

Anche se non si deve aggiungere l’IVA alla fattura, bisogna comunque emetterla, tenerla registrata e conservarla digitalmente come ogni altro soggetto con partita IVA.

Una limitazione importante da tenere a mente è che le associazioni non profit non possono accedere al regime forfettario, riservato solo alle persone fisiche. Possono tuttavia usufruire del regime agevolato 398/91, che prevede semplificazioni nella determinazione del reddito imponibile e nei versamenti IVA.

Il vantaggio “nascosto”: più credibilità e accesso ai fondi

Sebbene l’obbligo di partita IVA e fatturazione elettronica possa sembrare un aggravio burocratico, è anche un’opportunità: rendere più trasparente e professionale la gestione dell’associazione, aumentando la fiducia degli enti pubblici e dei privati.
Questo ha un impatto diretto sulla credibilità dell’associazione agli occhi dei finanziatori, rendendo più semplice accedere a bandi, fondi e contributi pubblici. Un’associazione con una contabilità in ordine ha più possibilità di crescere, ottenere partnership e attrarre sponsor. Ecco una tabella riepilogativa per maggiore chiarezza:

Attività e obblighi fiscali per le ASD

Tipo di attività Codice fiscale sufficiente Serve partita IVA? Fattura elettronica?
Riscossione quota associativa SI NO NO
Donazioni e contributi liberali SI NO NO
Corsi a pagamento (es. corsi estivi) NO SI SI
Vendita di merchandising NO SI SI
Sponsorizzazioni NO SI SI
Eventi con biglietto di ingresso NO SI SI
Raccolte fondi occasionali (esenti IVA) NO SI SI
Prestazioni a pagamento rivolte ai soci NO SI SI

Conclusione

L’obbligo di fatturazione elettronica per le associazioni sportive dilettantistiche, anche per attività saltuarie o marginali, rappresenta un cambiamento profondo nel modo in cui le ASD devono gestire la propria contabilità. A partire dal 1° gennaio 2025, anche una singola attività a pagamento può far scattare l’obbligo di apertura della partita IVA e l’emissione di fattura elettronica.
Per non rischiare sanzioni o irregolarità fiscali, è fondamentale adottare strumenti semplici ma conformi alla normativa.

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